venerdì 30 settembre 2016

A Brattirò (VV) "Vendemmia in Festa"

Dopo il successo di Vicoli diVini, tenutosi lo scorso luglio, Saturnalia riprende il viaggio alla scoperta delle eccellenze enologiche del nostro territorio, portando questa volta gli appassionati direttamente nei luoghi di origine e produzione di quello che rappresenta un fiore all’occhiello della cultura calabrese: il vino.
Quale modo migliore per scoprire il vino infatti, se non quello di partecipare alla raccolta dell’uva e seguire passo passo il suo viaggio in cantina. Profumi, sensazioni e l’allegria che la vendemmia sa regalare, si condensano a fine giornata in un brindisi senza pensieri attorno ad un tavolo imbandito nell’incantevole cornice delle Cantine Rombolà presso Brattirò, famoso borgo del vino nelle vicinanze di Drapia.
“Vendemmia in festa”, questo il nome dell’evento che si terrà domenica 2 ottobre, durerà dalle 10 fino al pomeriggio, ed è dedicato agli appassionati della enogastronomia di qualità, della cultura contadina, dello sport e della natura. Al Welcome point del tour, sarà possibile ricevere il programma e tutte le informazioni necessarie dal team Saturnalia, per vivere al meglio “Vendemmia in festa”. Qui è possibile partecipare alla raccolta manuale delle uve, ascoltare i racconti dei vignaioli in un’atmosfera gioiosa e degustare il vino in vigna. Al banco d’assaggio di casa si può degustare l’intera gamma dei vini e partecipare alle degustazioni tecniche guidate.
Protagonisti, insieme ai vini, sono i cibi della cucina contadina calabrese, piatti dai sapori semplici ed autentici preparati dalle signore di Brattirò che compongono la Brigata di cucina, depositarie di antichi segreti e ricette di famiglia, tramandate dalle loro mamme e nonne. Le escursioni naturalistiche a cavallo o sul dorso di un mulo, a piedi, portano alla scoperta di un territorio incontaminato, ricco di riserve naturali e oasi incantate. L’incantevole mulino “Du madonnaru” risalente al XI Secolo fa da cornice all’evento e le grandi campagne circondate dalle fiumare offrono la possibilità di lunghe camminate in mezzo alla natura, alla scoperta degli antichi mestieri.
Spazio anche alla musica, con gli Hostaria n°4 che allieteranno gli ospiti in un divertente live show. Per qualsiasi informazione, è possibile contattare Saturnalia via e mail info@saturnalia.net, oppure seguire la pagina dell’evento su Facebook.

Legacoop, assemblea regionale sull'agroalimentare

Un’alleanza tra istituzioni, organizzazioni e operatori per rafforzare la cooperazione nell’agricoltura calabrese e creare nuove opportunità di crescita e di occupazione. E’ stato questo il filo conduttore che ha caratterizzato i lavori dell’assemblea regionale delle cooperative agroalimentari organizzata da Legacoop Calabria nella sede della cooperativa “Aoc” di Roccabernarda, in provincia di Crotone. Il tema della convention, “l’agricoltura cooperativa in Calabria tra vincoli e opportunità”, ha fornito l’occasione per un costruttivo confronto a più voci concluso dal presidente nazionale di Legacoop Agroalimentare Giovanni Luppi, accompagnato dal vicepresidente Sergio Caselli. In premessa l’assemblea, su input del presidente di Legacoop Calabria Angela Robbe, ha espresso incondizionata solidarietà alla cooperativa “Terre Joniche”, che gestisce terreni confiscati alla ‘ndrangheta a Isola Capo Rizzuto, colpita dall’ennesima intimidazione: “Un gesto vigliacco – ha dichiarato Luppi – che fa molto male e che richiede uno sforzo ancora più forte da parte delle istituzioni e di tutti noi per affermare la cultura della legalità”.
Dopo i saluti del sindaco di Roccabernarda Vincenzo Pugliese e, in rappresentanza della Provincia di Crotone, del sindaco di Petilia Policastro Amedeo Nicolazzi, il dibattito è entrato nel vivo con l’intervento della Robbe, che ha subito centrato il cuore della questione: “Per superare i limiti dell’individualismo e la debolezza sul mercato e per rilanciare l’agricoltura cooperativa è sempre più necessario mettersi insieme ma è necessario anche che tutti i soggetti competenti, compresi i cooperatori e le associazioni, facciano massa critica in vista di un obiettivo comune perché – ha aggiunto la presidente di Legacoop Calabria – non basta più dire che l’agricoltura è il settore trainante dell’economia calabrese se poi non si è conseguenti nei fatti”. Molto articolata poi la relazione del responsabile regionale Legacoop agroalimentare Gaetano Potenzone, che ha elencato le criticità ancora esistenti nel settore come “i rapporti ancora non ideali tra gli operatori e le istituzioni e anche tra gli stessi operatori e la frammentazione dell’offerta”, sottolineando però che “non si deve essere pessimisti ma si deve puntare sulla cooperazione come lo strumento per superare limiti e ostacoli”.
Potenzone ha rimarcato il ruolo da protagonista che Legacoop Agroalimentare intende rivestire nel quadro della programmazione comunitaria 2014-2020 che, ha aggiunto, rappresenta “un banco di prova decisivo. Nella gestione dei fondi europei e anche del Masterplan bisognerà evitare gli errori del passato e puntare sull’efficacia e sull’efficienza dei progetti, sulla semplificazione delle procedure, sulla legalità e sul rispetto dell’ambiente”.  Su quest’ultimo punto si è soffermata anche l’assessore regionale Antonella Rizzo, che ha legato lo sviluppo dell’agricoltura anche a “un nuovo modo di governare il territorio, puntando come sta facendo la Giunta Oliverio agli obiettivi zero consumo del suolo e zero discariche”. Dall’assemblea delle cooperative agroalimentari è partita anche una sorta di appello alle organizzazioni di categoria per migliorare le sinergie già avviate. Appello raccolto sia dal presidente della Cia regionale Nicodemo Podella sia dal presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti, che hanno poi posto l’accento sulla necessità di potenziare in Italia e in Calabria il segmento  della filiera rappresentato dalla trasformazione e hanno sollecitato dalle istituzioni un maggior rigore nella tutela dell’autenticità dei prodotti nazionali e regionali.
Alla discussione ha portato il proprio contributo anche Franco Laratta, commissario di Ismea, l’ente economico del ministero dell’Agricoltura che finanzia progetti in tutt’Italia: “Le priorità, di cui sia lo Stato che la Regione devono farsi carico, sono soprattutto – ha spiegato Laratta - l’abbattimento dei vincoli di una burocrazia a tratti opprimente e forme di sostegno alla liquidità delle aziende agricole, che soffrono anche di una certa difficoltà nell’accesso al credito”. Sulle strategie della Regione per l’agricoltura calabrese è intervenuto il consigliere regionale delegato del governatore Oliverio Mauro D’Acri, cha ha illustrato “la grande opportunità, che è anche l’ultima, dei fondi europei per lo sviluppo della Calabria” rilevando poi “la necessità di mettere sempre più in rete gli attori, anche se è già confortante il messaggio che esce da questa giornata: a differenza del passato, oggi ci sono imprenditori che sono pronti a collaborare anche con le istituzioni”. Al tema della legalità ha posto attenzione Onofrio Maragò, responsabile Dipartimento Pesca di Legacoop Calabria, il quale, prendendo spunto dall’intimidazione alla coop “Terre Joniche”, ha lanciato l’idea di una legge regionale di sostegno, anche economico, alle aziende che gestiscono beni confiscati alle cosche e restano vittime di attentati. A chiudere i lavori di un’assemblea che è stata molto partecipata l’intervento del presidente di Legacoop Agroalimentare nazionale Giovanni Luppi, che ha declinato alcune parole d’ordine che anche in Calabria vanno seguite: “Integrarsi, mettersi insieme e fare innovazione, perché così si liberano anche risorse importanti”. Luppi si è quindi soffermato sul delicato tema della distribuzione invitando tutti gli operatori a “fare sistema altrimenti rischiamo di sprecare una grande potenza di fuoco”, concludendo con uno “sprone” all’assemblea: “Se la cooperazione non si organizza, nei supermercati non ci si arriva. E la cooperazione – ha detto Luppi - nasce dal basso: e allora anche qui in Calabria bisogna andare in giro per campagne a promuovere la cooperazione. E’ un ‘lavoraccio’ ma va fatto”.
(Fonte: illametino.it)

giovedì 29 settembre 2016

Anteprime Tre Bicchieri e Premi Speciali Gambero Rosso 2017

9 premi per 9 categorie che sintetizzano il lavoro che sottende tutta la guida. Un'analisi vini, cantine, metodi di produzione, prezzi che raccontano in che direzione sta andando il mondo del vino.
Come ogni anno abbiamo sintetizzato il nostro lavoro nei Premi Speciali. Il Rosso dell’Anno è un grande Gioia del Colle Primitivo, il Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto ’13 di Chiaromonte. Il Bianco dell’Anno è un raffinatissimo elegante Verdicchio dei Castelli di Jesi, il Classico Superiore Misco ’15 di Tenuta di Tavignano. Il premio Bollicine dell’Anno va alla ventesima annata di un iconico Valdobbiadene, il Giustino B. ’15 della Ruggeri & C., decisamente uno dei migliori spumanti a base di uve glera che abbiamo mai assaggiato. Il premio Dolce dell’Anno va alla friulana Lis Neris che ci ha proposto un Tal Lùc Cuvée Speciale, un fantastico vino da meditazione frutto del taglio di due annate, la ’06 e la ’08.
La Cantina dell’Anno va a Bellavista, la grande azienda franciacortina capofila del gruppo Terra Moretti che vanta una collezione di maison di livello tra Franciacorta e Toscana.
Il Miglior Rapporto Qualità Prezzo va all’ottimo Pecorino ’15 dell’abruzzese Tiberio, mentre il Viticoltore dell’Anno è Aimone Vio, un viticoltore ligure di grande talento e straordinaria passione. La Cantina Emergente è la chiantigiana Istine, una bellissima realtà dal sicuro avvenire. Il premio per la Viticoltura Sostenibile, infine, che è una tematica a noi molto cara, va all’umbra Roccafiore, che oltre a produrre un eccellente Grechetto di Todi è dalla sua nascita impegnata in questo settore.(Fonte: gamberorosso.it)

Rosso dell'Anno
Gioia del Colle Primitivo Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto ’13 Chiaromonte
Bianco dell'Anno
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Misco 2015 Tenuta di Tavignano
Bollicine dell'anno
Valdobbiadene Extry Dry Giustino B. 2015 Ruggeri & C
Dolce dell'anno
Tal Lùc Cuvée Speciale Lis Neris
Cantina dell'anno
Bellavista
Miglior Rapporto Qualità Prezzo
Pecorino 2015 Tiberio
Viticoltore dell'anno
Aimone Vio (BioVio)
Cantina Emergente
Istine
Premio per la Viticoltura Sostenibile 
Roccafiore

Anteprime Tre Bicchieri 2017

Anteprima Tre Bicchieri 2017. Trentino

Giornata dell'olio extravergine, 10mila agricoltori in piazza

Sono "quasi diecimila agricoltori italiani scesi in piazza per la mobilitazione" a difesa dell'oro verde Made in Italy, nella Giornata nazionale dell'olio extravergine italiano in corso fuori e dentro il Mandela Forum di Firenze. Lo rende noto Coldiretti, che ha promosso oggi la manifestazione, a cui partecipa il presidente dell'associazione Roberto Moncalvo e a cui sono attesi anche il premier Matteo Renzi e i ministri Maurizio Martina e Andrea Orlando.
"Avete preso i nostri marchi, non vi daremo le nostre piante", "Chi acquista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia", "Piu' trasparenza", Spremiamo l'olio non i produttori" e "Stop agli inganni, salviamo il Made in Italy", è scritto su cartelli e striscioni al Mandela Forum dove all'esterno sono parcheggiati "qualche decina di trattori". Sotto accusa concorrenza sleale, speculazioni, mancanza di trasparenza e truffe che "mettono a rischio il futuro del prodotto piu' rappresentativo della dieta mediterranea".

Olio d'oliva, crollo del 38% nelle previsioni ma salgono i prezzi

Crollo del 38% della produzione di olio di oliva in Italia che scende ad appena 298 milioni di chili, un valore vicino ai minimo storici di sempre, con effetti inevitabili sui prezzi. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ismea/Unaprol presentati alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Mandela Forum di Firenze, con diecimila agricoltori con i trattori per difendere in una storica mobilitazione il prodotto più rappresentativo della dieta mediterranea da concorrenza sleale, speculazioni, mancanza di trasparenza in etichetta, truffe ed inganni con l’hashtag #salviamogliulivi.  

Un andamento che - sottolinea la Coldiretti - si riflette sulla produzione a livello mondiale dove si prevede una storica carestia dei raccolti per effetto del crollo della produzione anche in Grecia con circa 240 milioni di chili (-20%) ed in Tunisia dove non si supereranno i 110 milioni di chili (-21%) mentre in Spagna, che si conferma leader mondiale, si stimano circa 1400 milioni di chili, in linea con l’anno scorso. In controtendenza la Turchia che aumenta la produzione del 33% per un totale di 190 milioni di chili. 

Il risultato è una previsione di produzione mondiale a 2,785 miliardi di chili in calo del 9%, con conseguenti tensioni sui prezzi che si prevedono in forte rialzo per effetto della corsa all’acquisto dell’olio nuovo. I cambiamenti - spiega la Coldiretti - si faranno sentire sul carrello della spesa soprattutto in Italia dove i consumi di olio di oliva a persona sono attorno ai 9,2 chili all’anno, dietro la Spagna con 10,4 chili e la Grecia che con 16,3 chili domina la classifica. I prezzi alla borsa merci di Bari, che è la più rappresentativa a livello nazionale, sono in significativo aumento - precisa la Coldiretti - con un balzo nell’ultima settimana del 14% per l’extravergine rispetto all’inizio dell’anno.  

Le previsioni Ismea/Unaprol che classificano l’Italia come secondo produttore mondiale nel 2016/17 indicano che la Puglia si conferma essere la principale regione di produzione nonostante il calo, mentre al secondo posto si trova la Calabria con una riduzione della produzione inferiore alla media nazionale e sul gradino più basso del podio si trova la Sicilia dove il taglio dovrebbe essere più marcato a causa delle condizioni meteorologiche primaverili che hanno causato perdite in fioritura. Complessivamente - precisa Coldiretti - nel Mezzogiorno si stima un calo produttivo del 39%, al nord di appena il 10% mentre al centro del 29%, con la Toscana in linea con questa riduzione. «Con l’approvazione dei piano olivicolo nazionale si è aperto un percorso di crescita del vero Made sul quale fare leva per incrementare la produzione nazionale, sostenere attività di ricerca, stimolare il recupero varietale e la distintività a sostegno della competitività del settore» ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che «l’Italia può contare su oltre 250 milioni di piante di ulivo su oltre un milione di ettari di terreno coltivato con il maggior numero di olio extravergine a denominazione (44) in Europa e sul più vasto patrimonio di varietà d’ulivo del mondo (395) che garantiscono un fatturato al consumo stimato in 3,2 miliardi di euro nel 2015». 

Via libera dalla Cina all'export dall'Italia di carne suina. Martina: passo avanti decisivo

"Abbiamo ottenuto un risultato molto importante a tutela della nostra suinicoltura sul quale abbiamo lavorato intensamente negli ultimi mesi in sinergia con il Ministero della Salute e con l'Ambasciata italiana in Cina". Lo afferma il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina in merito al via libera della Cina all'export dall'Italia delle carni suine della Macroregione del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Valle D'Aosta, Veneto e Province Autonome di Trento e Bolzano). "È fondamentale ora entrare presto nella fase operativa e aprire definitivamente il mercato - aggiunge Martina - Andiamo così ad aggiungere un tassello fondamentale al piano strategico che abbiamo messo in campo per sostenere con forza le esportazioni dei nostri prodotti in mercati cruciali come quello cinese. Basti pensare che negli ultimi anni le esportazioni italiane in Cina hanno superato i 350 milioni di euro, confermando anche un crescente interesse per il Made in Italy agroalimentare". "Il superamento del blocco delle carni suine - conclude Martina - è dunque un passo in avanti decisivo, insieme ad altri negoziati che abbiamo concluso su olio d'oliva e agrumi e al progetto '10+10', con il quale abbiamo registrato 10 Indicazioni geografiche cinesi in Europa e 10 Ig europee in Cina, tra le quali i nostri Grana Padano e Prosciutto di Parma."

mercoledì 28 settembre 2016

Nei supermercati vini a Km "20"

Sarà il chilometro 10 o il chilometro 20 la strada per coniugare qualità e prezzo nella vendita del vino in particolare nella grande distribuzione? La provocazione la lancia niente di meno che il Times, che nell'edizione di ieri a pagina 3 (addirittura) propone un articolo di Deirdre Hipwell dal titolo: «Il vino di Lidl sfida le aspettative dell'uva».
Intrigante ma criptico. Il contenuto però spiega la strategia del colosso tedesco dei discount: rifornirsi di vino non nei territori «cult» ma in quelli limitrofi. Qualità un po' più bassa ma prezzi molto più accessibili. Il gioco sembra valga la candela.
«Se sei un wine lover che ha bramato qualcuna delle più rinomate etichette francesi ma è sempre stato trattenuto dal prezzo, ora un supermercato economico afferma di aver trovato una soluzione: comprare una bottiglia dal vignaiolo in fondo alla strada», si legge nell'articolo. I geniacci di Lidl sono infatti convinti che «le bottiglie più economiche le cui uve sono state coltivate a poche miglia di distanza dalle cantine top sono buone quasi quanto quelle, senza però spennare i consumatori». Ecco così che i negozi britannici della catena tedesca hanno riempito i propri scaffali scaffale di 42 bottiglie a prezzi ottimi, almeno sulla carta (geografica): ad esempio un Merlot di Château Roque la Mayne venduto a 8,99 sterline alla bottiglia e che arriva dalle Côtes de Bordeaux, a 16 km dall'area di Pomerol, un luogo leggendario che produce bottiglie che raramente costano meno di 100 sterline. Mentre un Reuilly Domaine dui Chêne Vert promette di dare per sole 8,99 sterline quasi le stesse sensazioni gusto-olfattive di un blasonato Sancerre della Valle della Loira.
È una strada praticabile anche in Italia? Non impossibile ma certo difficile. Anche a causa del diverso sistema di qualità che vige da noi rispetto alla Francia. In Italia infatti il prezzo del vino è il frutto di una serie di fattori che si combinano tra di loro: denominazione, blasone, tecniche produttive, mercato, mode. In Francia tutto è più rigido: oltre un secolo fa è stato creato un sistema di suddivisione qualitativo di fatto mai più toccato i cui livelli più alti (Premier Cru, Premier Cru Classé, Premier Grand Cru Classé rispettivamente nelle zone di Bordeaux, Sauternes e Saint-Emilion) godono di una sorta di rendita di posizione che si concretizza in prezzi altissimi. Ecco perché a distanza di pochi chilometri in Francia i prezzi di due vini possono essere anche dieci volte inferiori a fronte di differenze date più dalla fama che dalla qualità. Da noi quindi la Lidl (e anche gli altri discount) perseguono una strategia diversa: vendere vini blasonati di produttori poco noti e spesso «misteriosi» a prezzi che sono all'incirca la metà dell'entry level della tipologia (un Barolo a 9,90, un Amarone a 13,90). I critici che si sono presi la briga di assaggiarli hanno riscontrato qualità organolettiche piuttosto modeste. Quindi l'approccio democratico al grande vino ha i suoi limiti: alla fine chi vuole bere davvero bene deve rassegnarsi a tirar fuori il portafogli. (Fonte: ilgiornale.it)

martedì 27 settembre 2016

Bollicine, bene l'export ma a prezzi bassi

L'aumento dell'export di bollicine italiane nel primo semestre 2016 pari al +23% "è una buona notizia", ma "un conto se andiamo a vendere i vini di due, tre euro, altro se vendiamo vini di 15-20 euro a bottiglia". Così il presidente del Consorzio Franciacorta Vittorio Moretti commenta i dati diffusi ieri dalla Coldiretti che segnano un balzo delle vendite all'estero dello spumante italiano.

Come Franciacorta, spiega Moretti, "penso che quest'anno arriveremo a un +15%, non oltre. Stiamo lavorando molto bene, noi vendiamo un prodotto di alta qualità con alto valore aggiunto". Il successo anche in Francia? "E' sempre riferito a un prodotto di basso costo. E' indubbio però che la Franciacorta stia avendo un grosso riscontro anche sul mercato francese.

Sappiamo che è un mercato sempre reticente al vino italiano però di fronte al prezzo o a determinati prodotti di qualità, anche il mercato francese risponde".

Migliorare il vino con le onde elettromagnetiche

Trenta minuti di «magia» per trasformare il vino di una stagione non eccellente in un’annata doc. Tutto questo è possibile grazie ai campi elettromagnetici pulsati a ioni e creati attraverso la risonanza stocastica. E se il metodo scientifico utilizza paroloni non comprensibili a tutti, il metodo di applicazione è semplice: da una provetta di vino pregiato si trasferiscono le caratteristiche organolettiche a una bottiglia di vino di un’annata non eccellente. E l’avvertenza è solo una: il vitigno di appartenenza deve essere lo stesso. La scoperta è di Franco Missoli, biofisico dell’Associazione italiana fisica medica (Aifm) e del centro di ricerca medica dell’università ospedale Sacco di Miano, in collaborazione con l’Istituto Idras di Torino.
Alla base di questa «magia» ci sono le onde elettromagnetiche. «La metodica dei campi magnetici pulsati è studiata e approfondita in Italia e nel mondo da diversi scienziati e ricercatori — spiega —. I campi di applicazione sono stati diversi: dalla medicina al nucleare, dall’aeronautica allo sport e alla musica. Tutto questo patrimonio di conoscenza sulle onde elettromagnetiche ha permesso di avere un know how formidabile. Non a caso oggi c’è una vera e propria rincorsa alla sperimentazione da parte di colossi farmacologici, come ad esempio Glaxo, che stanno lavorando sulla possibilità di catturare un’impronta genetica da un farmaco, attraverso gli studi effettuati sugli elettrofarmaci». Missoli ha applicato la stessa metodologia al vino. «Dopo essere riusciti a catturare l’impronta genetica di un vino di una buona annata, lo abbiamo trasferito in una bottiglia dello stesso vitigno di una stagione di minore pregio. Attraverso le onde elettromagnetiche a risonanza stocastica abbiamo stimolato il vino più pregiato, quindi i segnali ricavati sono stati amplificati attraverso un microprocessore e infine trasferiti per via elettromagnetica alla bottiglia di vino meno pregiata». E se il trasferimento dell’impronta genetica ha una durata di circa un’ora, l’efficacia di avere sul tavolo un vino pregiato svanisce in circa quattro ore. Perché è necessario avere due vini provenienti dalla stesso vitigno? Missoli spiega come è impossibile incorrere nel rischio di sofisticare il vino. «L’impronta genetica deve essere la stessa, diversamente si attiva il watch dog, una sorta di allarme che riconosce la diversa genetica del vino contenuto in provetta e nella bottiglia, in questo caso l’allarme avverte che è impossibile il processo di trasferimento».
Il professor Missoli, che trascorre le vacanze in Romagna, ha iniziato a tastare il terreno e, con in mano la sua nuova scoperta, ha proposto il macchinario alle aziende vinicole della zona. «È un progetto che vuole aiutare l’economia agricola e vinicola italiana – spiega – Infatti se un’azienda vinicola ha in cantina un’annata di prodotto non eccellente attraverso questo strumento può vendere anche un vino che diversamente sarebbe difficile da smaltire. Ovviamente il cliente deve essere a conoscenza del procedimento che c’è dietro e le etichette dell’annata non devono assolutamente essere sostituite». Ma al momento le aziende sono caute. «L’intuizione è geniale – interviene l’enologo della cantina Colombarda di Cesena, Giuseppe Meglioli, al quale è stato presentato il progetto – ma devo capire qual è il contesto giusto per poterla applicare. Forse se l’impronta genetica di un vino la utilizzassimo per individuare l’impronta di un territorio diventerebbe una garanzia di prodotto».

Francesca Dorato nominata assessore all'Agricoltura e vicesindaco di Castrovillari



Francesca Dorato è il nuovo vicesindaco di Castrovillari. Avvocato, classe 1974, eletta nella lista dei “Progressisti” nel maggio 2015 a sostegno del sindaco Domenico Lo Polito, ha firmato questa mattina l’incarico nel Palazzo di città. Oltre alla carica di vicesindaco alla Dorato sono state assegnate le deleghe di Politiche del Lavoro, delle Attività Produttive, dell’Agricoltura e del Turismo.
«Una responsabilità importante che cercherò di portare avanti con il massimo impegno – ha commentato a caldo la neo componente di giunta – c’è tanto da fare ma con lo spirito di sempre, quello di gruppo, svolgerò al meglio le mansioni che mi sono state affidate dal sindaco Lo Polito».
Un risultato gratificante per il gruppo consiliare dei “Progressisti” di cui fanno parte oltre alla Dorato, Peppino Pignataro, Serena Carrozzino e Dario D’Atri e dal prossimo consiglio anche Giuseppe Oliva che subentrerà appunto alla Dorato nell’assise comunale.
La delega di vicesindaco era stata precedentemente affidata ad Angela Lo Passo.

La ratifica dell’incarico di giunta alla Dorato sarà ratificata nel prossimo consiglio comunale del 30 settembre.

sabato 24 settembre 2016

Mattarella visita lo stand Calabria al Salone del gusto di Torino



Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri ha visitato lo stand della Regione Calabria "Profondo Food". "Sono venuto a salutare la Calabria -ha detto Mattarella- perchè da questa terra stanno partendo delle esperienze molto importanti ed interessanti".La soddisfazione e i ringraziamenti del Presidente Oliverio.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato lo stand della Regione Calabria "Profondo food", insieme al Ministro dell'Agricoltura e delle Politiche alimentari e forestali Maurizio Martina, al Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, al Sindaco di Torino Chiara Appendino, ed al Presidente internazionale di Slowfood Carlo Petrini.
"Sono venuto a salutare la Calabria - ha affermato il Presidente Mattarella a cui è stato offerto pane jermano di Canolo- perché da questa terra stanno partendo delle esperienze molto importanti ed interessanti".
Il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha ringraziato il Presidente Mattarella per aver visitato lo spazio della Calabria e per le parole di apprezzamento espresse nei confronti della nostra regione.

venerdì 23 settembre 2016

Pollino People Experiece con 25 aziende a Torino

Voler bene alla terra è lo slogan dell’edizione 2016 di Terra Madre, l’appuntamento internazionale biennale che Slow Food propone a Torino per raccontare il mondo buono, pulito e giusto.
Un’edizione che vedrà protagonista – come nell’ultima edizione di due anni fa – il Parco Nazionale del Pollino che della tutela della terra e dell’agroalimentare di qualità ne ha fatto un elemento di promozione del territorio e di attrattiva legata al turismo esperienziale sempre più diffuso in Italia. Lo stand Pollino People Experience, ubicato nella suggestiva cornice del Parco del Valentino, vedrà la partecipazione di oltre 25 aziende del territorio calabro – lucano legate dal comun denominatore di essere attività produttive in piena sintonia con l’area protetta, attente alla qualità ed identità delle produzioni.
“Al mondo in visita al Salone Internazionale del Gusto di Torino racconteremo la bellezza del Pollino con le storie di quanti hanno scelto di vivere e lavorare in questo meraviglioso territorio che da tempo si avvale della Carta Europea del turismo sostenibile ed è entrato a far parte a pieno titolo della rete mondiale dei Geopoarchi dell’Unesco – commenta il presidente Domenico Pappaterra presentando la spedizione del “paniere Pollino” – Un’occasione unica che ci permette di collocare le nostre eccellenze enogastronomiche al fianco delle migliori esperienze agroalimentari del mondo, forti anche del Marchio del Parco, un marchio di qualità ambientale, che sostiene e tutela gli uomini e le donne che hanno scelto il Pollino per continuare la tradizione agricola radicata da sempre sui nostri territori e che oggi è diventata occasione di sviluppo anche per tanti giovani che ritornano alla terra riscoprendone il valore economico e sociale, culturale e paesaggistico”.
Nel presentare l’edizione 2016 di Terra Madre il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, ha ribadito il valore “politico” delle scelte che ogni giorno compiono i consumatori: “Noi, con le nostre scelte, determiniamo il successo di un sistema di produzione, di agricoltura, di allevamento, e soprattutto determiniamo il futuro del pianeta”. “Voler bene alla terra significa prendersene cura, occuparsene con gentilezza e amore: coltivare e custodire l’ambiente deve essere il segno distintivo di questo momento”, ha commentato Petrini, presidente di Slow Food. “Serve una mobilitazione delle anime di tutti noi, un movimento globale che prenda in mano le disuguaglianze economiche ed ecologiche e si impegni per risolverle”. Dal 22 al 26 settembre il Pollino ha così deciso di ritornare da protagonista nel mercato nazionale e bissare il successo e l’entusiasmo generato dall’ultima partecipazione al Salone del Gusto delle produzioni agroalimentari del Parco.
La scelta di uscire dal polo fieristico, per venire incontro al pubblico e coinvolgere tutta la città si annuncia come una edizione che raddoppierà il numero dei visitatori. “Momento speciale – ha concluso Pappaterra – per presentare a centinaia di migliaia di visitatori le aziende migliori del Pollino e le unicità delle nostre eccellenze agricole” in un contesto tra i più qualificati nel panorama fieristico internazionale dove la centralità la assumono le Comunità del cibo e il ruolo da protagonisti che sempre più è assegnato a tutti coloro che nel mondo coltivano e producono il nostro cibo, mettendo in evidenza valori come responsabilità sociale e sostenibilità.
All’edizione 2016 di Terra Madre sono previsti circa 800 espositori da 100 Paesi, 180 Presìdi Slow Food italiani tra i quali figura anche il Moscato Passito al Governo di Saracena, 150 Presìdi Slow Food internazionali provenienti da 55 Paesi, 5000 delegati della rete di Terra Madre da oltre 500 Comunità del cibo, provenienti da 160 Paesi.

giovedì 22 settembre 2016

Promuovere il turismo "ispirazionale" con una fiera itinerante il Calabria

Si chiama Calabria Ispirata ed è la prima fiera itinerante delle eccellenze calabresi nell’ambito del turismo sostenibile, esperienziale e ispirazionale. L’idea è proposta da Destinazione Umana, Festival dell’ Ospitalità e Home for Creativity, con partenza prevista per il 25 settembre.

Si partirà da La Quercia di Licari, all’interno del Parco del Pollino e, passando per Orme nel ParcoHome for Creativity e altri interessanti progetti di scoperta responsabile del territorio, si arriverà sino a Scilla per il Festival dell’Ospitalità, dove si affronteranno argomenti legati all’innovazione turistica, al rispetto dell’autenticità dei luoghi e alle nuove forme di marketing territoriale.

In questa esperienza unica nel suo genere, l’ispirazione diviene un aspetto fondamentale: lasciarsi ispirare significa non avere fretta di trovare le risposte, ma imparare a farsi le domande giuste attraverso l’incontro con vere “buone pratiche” di successo, e costruire una relazione con le persone che le hanno ideate.
Il concetto di ispirazione è il medesimo alla base del turismo ispirazionale creato e promosso da Destinazione Umana, il primo tour operator al mondo che propone esperienze di questo tipo, tra cui appunto Calabria Ispirata. Sarà quindi un viaggio che lascerà un bagaglio importante agli stessi partecipanti, che potranno proporre e sperimentare nuove idee in ambito turistico, imprenditoriale e di valorizzazione del territorio.

Si tratterà anche di un percorso formativo: i partecipanti avranno l’obiettivo di raccontare e mostrare nuovi esempi di ospitalità e accoglienza nati in Calabria, sperimentando un modo diverso di intendere il viaggio, di afferrare la meta e il senso della partenza.

Ma la vera protagonista dell’iniziativa sarà la Calabria stessa, terra ostica ma capace di grandi potenzialità. Verrà attivato un percorso finalizzato a mettere in luce i punti di forza di una regione che diventa una vera e propria “destinazione umana”, ancor prima che meta turistica di interesse nazionale e internazionale.

Calabria Ispirata vuole invertire il processo, non partendo più da una progettazione turistica studiata “a tavolino”, bensì dalle esperienze peculiari che ognuno degli operatori del settore ha condotto portando avanti i propri progetti.

Ciò che emerge da questo quadro è una connessione solida e sincera con il territorio e i suoi abitanti, un modello turistico davvero consapevole e sostenibile, una rete che fa sintesi degli elementi caratterizzanti, delle storie umane che si celano dietro ogni luogo e delle ispirazioni che hanno nutrito e nutrono ogni iniziativa.


Ti stampi da solo il piatto al pop up restaurant di Londra



I piatti non si cucinano più: si stampano! Insieme alla realtà virtuale, quella delle stampanti 3d è una delle tecnologie di cui oggi si fa un gran parlare. In attesa di capirne tutte le reali potenzialità, si sprecano infatti in questo periodo le iniziative più o meno pionieristiche sul tema. È così per esempio che a Londra ha aperto recentemente per quattro giorni un ristorante temporaneo (pop up) davvero speciale: al Food Ink i piatti non sono stati preparati in cucina bensì, appunto, stampati in 3d. L’operazione, recita il sito di Food Ink, dovrebbe essere replicata a breve anche in altre città, tra cui Berlino, Roma, Barcellona, Amsterdam e Parigi. Certo, per ora si tratta solo di locali temporanei, però è chiaro il segnale di una tendenza che potrebbe presto trasformarsi in qualcosa di permanente. «La trovo un’iniziativa molto interessante», è infatti il commento di chef Fabio Tacchella, consigliere della Federazione italiana cuochi (Fic) ed esperto di nuove tecnologie di cottura e lavorazione degli alimenti. «Avevo già sentito parlare di stampanti 3d per il settore food ma è incredibile che siano riusciti ad aprire un intero ristorante incentrato su questo format. La novità attrae sempre, bisognerà però aspettare per capire quale sarà la risposta del pubblico, anche a lungo termine. Ma come la nouvelle cuisine e successivamente la cucina molecolare, anche questa tecnica, alle stampanti invece che ai fornelli, può dare spunti positivi e interessanti». Certo, ammonisce infine Tacchella, «l’importante è che non ci siano tentativi di stravolgere tradizioni ben radicate, a partire da quella italiana. Non sarebbe corretto chiamare per esempio Carbonara un piatto realizzato con prodotti differenti da quelli tradizionali, solo perché sono più adatti alle stampanti».

I cinesi mandano le viti nello spazio

Lo spazio fa bene alle viti? E’ quello che si è chiesto un gruppo di scienziati cinesi che – segnala Decanter China – ha convinto l’agenzia spaziale a lanciare con un razzo indirizzato alla stazione orbitante Tianggong-2 anche alcune barbatelle di Cabernet Sauvignon, Merlot e Pinot Nero. La speranza è che, dopo il soggiorno spaziale, le giovani viti tornino geneticamente mutate e capaci di superare indenni le problematiche del clima di alcune zone vinicole cinesi molto vocate.
In particolare lo Ningxia caratterizzato da temperature così polari che in inverno gli agricoltori sono costretti a “interrare” le viti. Ma gli scienziati sperano anche che dopo la “cura spaziale” le viti riescano anche a sopportare meglio la siccità e alcune malattie virali.
Diciamo che sono molto ottimisti?

Qual è il prezzo della bistecca che abbiamo nel piatto?

Ci sono numeri che meglio di tante parole raccontano la necessità di difendere la biodiversità. In tutto il mondo appena quattro varietà commerciali di mele (Golden, Fuji, Gala e Pink Lady) rappresentano il 90% del mercato globale. Il 60% delle calorie su cui si basa l’alimentazione umana proviene da appena tre cereali: grano, riso e mais. Ogni anno si perdono 75 miliardi di tonnellate di suolo fertile in tutto il mondo che causano 500 miliardi di costi indiretti. È ancora: il 70% della deforestazione amazzonica è provocato dall’allevamento di bovini. L’elenco è parziale ma offre lo spunto per alcune domande: che fine hanno fatto le molte altre specie di mele e le innumerevoli varietà vegetali e razze animali locali? Qual è il prezzo della bistecca che abbiamo nel piatto? E il suo vero costo? Terra Madre-Salone del Gusto, attraverso due percorsi interattivi e sei aree tematiche, disseminati per Torino aiuta a comprendere meglio il mondo del cibo e il valore della biodiversità, partendo dalle basi della nostra alimentazione. È un viaggio attraverso il consumo consapevole di carne, la vita segreta ma fondamentale delle api, la ricchezza dei legumi, le sfumature dell’olio extravergine di oliva e l’essenzialità delle risorse ittiche. 
Un viaggio che ha un’unica missione: salvare la biodiversità per proteggere il futuro del pianeta e tutelare la vita delle migliaia di specie animali e varietà vegetali esistenti. Il percorso parte dal primo anello della catena alimentare, i semi, e arriva alle caratteristiche che deve possedere un suolo sano. Attraverso tavole illustrate si possono mettere a confronto gli effetti dell’agricoltura industriale con quella di piccola scala. Slow Meat, campagna promossa da Slow Food a livello internazionale, offre spunti di riflessione sul consumo di carne nel mondo. Anche in questo caso parlano i numeri: dal 1950 in poi i due terzi delle foreste tropicali di pianura del Sudamerica sono stati trasformati in pascoli. Gli allestimenti del parco del Valentino permetteranno di scoprire che «la bistecca di un bovino allevato in un sistema intensivo, industriale, pesa meno sul tuo portafoglio, ma molto di più sull’ambiente, il benessere animale e anche sulla salute… Al contrario, la bistecca di un bovino allevato in modo sostenibile la pagherai un po’ di più, ma sarà più buona, più pulita e più giusta».  
Dalla carne al pesce. Slow Fish, ospitata per l’occasione sulla Terrazza della Società canottieri Armida, nel Parco del Valentino racconta la situazione dei nostri mari e le soluzioni che le comunità di tutto il mondo stanno fornendo per affrontare le criticità: dal modo in cui i pescatori vivono i cambiamenti climatici alla tracciabilità dei prodotti, dall’importanza del plankton nell’ecosistema al lancio di Slow Fish Africa. 
A metà strada tra piazza San Carlo e piazza Castello ecco Slow Beans dedicato al ruolo fondamentale che i legumi giocano nella nostra alimentazione. Saranno i contadini di Terra Madre a raccontare il loro lavoro con una mostra che alterna fotografie e prodotti. Poco più in là si trova lo spazio dell’unico presidio nazionale, quello dell’olio extravergine d’oliva: oltre 50 produttori prendono la parola, anzi la bottiglia. Anche l’industria farà la sua parte: l’oleificio Zucchi presenterà il progetto per riconoscere maggiore valore a chi produce olio di qualità in modo sostenibile educando al tempo stesso il consumatore a riconoscere la qualità dell’olio extra vergine.  

Passa alla Camera il Testo unico del Vino

Con l'approvazione, ieri alla Camera, del disegno di legge sulla "Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e commercio del vino", il cosiddetto "Testo Unico del Vino", l'Italia punta ad avere una sola norma di riferimento per il settore vitivinicolo con l'obiettivo di accelerare il percorso di semplificazione burocratica, promosso dal governo, quale strategia di rafforzamento di un settore che vale più di 14 miliardi di euro. Il 'Testo Unico del Vino' approvato dalla Camera, declinato in otto Titoli e in 90 articoli, andrà ora all'esame del Senato. "Con questo provvedimento rendiamo il vino italiano sempre più forte e all'avanguardia in Europa - commenta il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina - Il Testo unico è frutto di un lavoro parlamentare approfondito e condiviso, che dà alla filiera nuovi strumenti operativi. Avere in una sola norma di 90 articoli tutte le disposizioni, unificando, aggiornando e razionalizzando le leggi esistenti, rappresenta un risultato storico". Per il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, il testo unico è "il risultato di una lunga mobilitazione per liberare le energie del settore più dinamico del Made in Italy agroalimentare che ne rappresenta la principale voce dell'esportazione". Tra le novità inserite è prevista una disposizione sulla salvaguardia dei vigneti eroici o storici al fine di promuovere interventi di ripristino recupero e salvaguardia di quei vigneti che insistono su aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico. Nuova è anche la disciplina dell'attività di enoturismo, ossia tutte quelle pratiche riguardanti l'accoglienza e l'ospitalità dei turisti presso vigneti e cantine. Tra le principali innovazioni ci sono le semplificazioni per le comunicazioni da effettuare all'Ufficio territoriale del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) in merito alla planimetria dei locali degli stabilimenti enologici. Si prevede poi la facoltà per i vini DOP ed IGP di poter apporre in etichetta la denominazione di qualità, purché autorizzati dal Mipaaf d'intesa con la regione competente e si ribadisce che solo le denominazioni di origine possono prevedere l'indicazione di sottozone, oltre alla coesistenza di più DOCG e/o DOC o IGT nell'ambito del medesimo territorio. A tutela del patrimonio viticolo nazionale viene stabilito che possono essere impiantate, reimpiantate o innestate soltanto le varietà di uva da vino iscritte al Registro nazionale delle varietà di viti e classificate per le relative aree amministrative come varietà idonee. Inoltre viene istituito dal Mipaaf uno schedario viticolo contenente informazioni aggiornate sul potenziale produttivo nel quale dovrà essere iscritta ogni unità vitata idonea alla produzione di uva da vino. E' poi previsto un sistema sanzionatorio meno soffocante per le imprese grazie ad una risoluzione preventiva delle irregolarità attraverso il ravvedimento operoso, prevedendo la riduzione delle sanzioni amministrative pecuniarie nel caso di violazioni riguardanti comunicazioni formali e qualora non sia già iniziato un procedimento da parte dell'organismo di controllo. Infine vengono previste norme per la produzione e la commercializzazione degli aceti ottenuti da materie prime diverse dal vino e per la tenuta dei registri di carico e scarico da parte di talune categorie di operatori del settore delle sostanze zuccherine.

mercoledì 21 settembre 2016

L'export agroalimentare italiano "frena"

Dopo l'andamento positivo registrato nei mesi di maggio e giugno, a luglio le spedizioni all'estero dei prodotti agroalimentari registrano una frenata, perdendo 2,8 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2015 (in valore).
Il calo è stato più evidente per le esportazioni dei prodotti dell'agricoltura (-5,5%) mentre per quelli dell'industria alimentare la flessione tendenziale è stata meno marcata (-2,4%), ma tuttavia la più significativa degli ultimi due anni.

La battuta d'arresto registrata a luglio non inficia, tuttavia, la positività del dato complessivo dei primi sette mesi dell'anno: la performance dell'export agroalimentare segna infatti una crescita del 2% rispetto ai primi sette mesi del 2015, grazie soprattutto al buon andamento delle vendite dei prodotti dell'industria alimentare, cresciute più di quelle dei prodotti agricoli (rispettivamente, +2,35 e +0,8%).

Naturalmente, sottolinea l'Ismea, Il rallentamento del commercio internazionale, unito al lieve apprezzamento dell'euro sul dollaro statunitense, non lascia intravedere per l'intero anno una performance esportativa del food and beverage italiano pari a quella avuta nel 2015 (+7,4%). 

Ciononostante, il confronto col totale export nazionale (che nei primi sette mesi del 2016 ha perso 1,2 punti percentuali rispetto al dato corrispondente dello scorso anno) mette in evidenza il posizionamento della componente agroalimentare, per il suo trend positivo e dinamico sui mercati esteri.

L'analisi temporale, d'altronde, mostra una diminuzione del grado di dipendenza dall'estero dell'Italia per i prodotti agroalimentari: il saldo normalizzato del valore degli scambi - indicatore elaborato per misurare tale variabile - passa infatti dal -8,2% dei primi sette mesi del 2015 al -6,4% di quest'anno: si riduce l'incidenza delle importazioni sul totale degli scambi, in ragione della flessione degli acquisti dall'estero di prodotti lavorati; rimane elevata invece la  dipendenza dall'estero di prodotti agricoli.

(fonte: Ismea Mercati)

Il pane "virtuoso" amico della salute



Pani 'virtuosi' con un valore massimo di sale dell'1%, nell'obiettivo di ridurre la quantità di sodio assunto nel cibo a vantaggio della pressione arteriosa, della funzionalità cardiaca e circolatoria. A questo risultato, dopo uno studio sulle caratteristiche dei vari frumenti presenti in circolazione, sono giunti i ricercatori del Crea-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, trasformandosi in veri panificatori nell'ambito del progetto Eusal condotto dallo stesso Crea e finanziato dal Ministero delle politiche agricole.

L'esperimento di panificazione, spiega Marina Carcea, ricercatrice del Crea-Alimenti e Nutrizione che ha coordinato il gruppo di lavoro, "perseguiva tre strategie: riduzione del sale aggiunto nell'impasto, pane con sostituti del sale ed in particolare la sperimentazione di pane con sale classico ma distribuito diversamente nell'impasto in modo da ingannare il gusto". "Con tutte e tre le strategie - aggiunge la ricercatrice - è stato possibile produrre pani gradevoli dal punto di vista organolettico che avessero un contenuto di sale dell'1%".

In Italia si consumano attualmente in media circa 10 grammi di sale al giorno. L'obiettivo, indicato dall'Organizzazione mondiale della Sanità, è di arrivare a circa 5 grammi di sale al giorno, considerando sia quello aggiunto nella cucina casalinga o a tavola, sia quello contenuto nei prodotti trasformati come il pane. Anche il Ministero della Salute ha fornito raccomandazioni per ridurre la quantità di sale e quindi di sodio negli alimenti attraverso il "Programma Guadagnare salute". "Il pane non è di per se' un alimento salato - osserva Carcea - ma, considerato che lo mangiamo tutti i giorni e in quantità attualmente intorno agli 80 grammi al giorno, per chi mangia il pane con il sale può essere utile considerare anche questa fonte di sodio".

500 nuove assunzioni nel settore agroalimentare

Dalle grandi multinazionali italiane a quelle straniere e alle catene nostrane non mancano le offerte di lavoro per diverse categorie di profili esperti e meno esperti nell’ambito del «food». A partire da Barilla, che negli ultimi anni si concentra anche sulle esigenze alimentari degli intolleranti al glutine e che sul suo sito pubblica 24 «job vacancy» in tutto il mondo per tecnici del «gluten free», operai specializzati, manager del marketing, della qualità, delle risorse umane. Mentre sul portale di Ferrero ci sono 179 annunci sempre per figure disposte a lavorare in tutte le nazioni dove è presente la multinazionale di Alba. Dalla Russia all’Australia agli Stati Uniti passando per il Lussemburgo dove a novembre si terrà anche un Industrial young graduate program di 24 mesi per neolaureati.
Anche un altro grande produttore di cioccolato, Lindt, ha bisogno di sei profili, tra cui un neolaureato in economia, un capoturno laureato, un junior product manager e un operatore di produzione. Il gruppo Unichips produttore delle patatine San Carlo cerca invece agenti monomandatari e capi filiale su tutto il territorio nazionale, stagisti in area ricerca e sviluppo e in area sales per la sede di Milano.
Per quanto riguarda le catene di ristoranti Autogrill, che ha coinvolto quest’estate 62 ragazzi nell’iniziativa di alternanza scuola/lavoro nei locali presenti all’Aeroporto di Roma-Fiumicino, sta per esempio reclutando un business controller specialist per l’Europa, un group concept/ brand development senior specialist, un energy manager e un compliance and corporate internal auditor. A sua volta Roadhouse Grill, la catena di steakhouse italiana del gruppo Cremonini che entro la fine del 2016 prevede di fare 8 nuove aperture, assumerà 220 per- sone. Anche Eataly ha bisogno sempre di nuovi candidati. Al momento sono una trentina le posizioni aperte.
Passando al settore del beverage, la Nespresso, appartenente al colosso americano Nestlé, che distribuisce cialde di caffè, è a caccia — per esempio — di 20 coffee specialist per i suoi negozi di Milano e Roma, 1 flagship manager e 4 vice boutique manager per Milano, 1 boutique manager e due vice boutique manager per Roma, 1 boutique manager per Bolzano e 1 vice boutique manager per Mestre. La Arnold Coffee, catena di caffetterie americane fondata da Alfio Bardolla, con cinque punti vendita a Milano e a Firenze, cerca poi — per esempio — due assistenti al banco 24h, un vice store manager a Milano e cinque assistenti al banco 24h a Firenze. Infine la Coca Cola Hbc Hellenic ha sul suo sito 17 posizioni aperte in Italia.
(fonte: corriere.it)

Il miglior panettone artigianale è made in Salento

Il titolare delle “Mille voglie” di Specchia si aggiudica il primo premio al contest “Panettone Day” alla “Sweety of Milano”.

É di Specchia il miglior panettone artigianale d'Italia. A realizzarlo, il pasticcerie Giuseppe Zippo, titolare de “Le Mille voglie” di Specchia. Suo il primo premio al “Panettone Day”, organizzato durante la manifestazione “Sweety of Milano”che si è svolto lo scorso sabato 17 Settembre presso gli spazi del Palazzo delle Stelline a Milano.

Giuseppe Zippo ha vinto tra 150 pasticcieri arrivati da tutta Italia e Zippo. Si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento dopo la selezione tra i 20 finalisti del concorso. Prima della finale, Zippo aveva già conquistato il podio nelle selezione per Puglia, Basilicata, Calabria, Molise e Sicilia, arrivando al settimo posto per la categoria “Miglior Panettone Creativo Dolce”.
Il pasticcere Zippo non smentisce così la tradizione del piccolo borgo di Specchia, che nell’ambito dell’arte dolciaria ha conquistato diversi riconoscimenti.
La giuria che ha decretato la vittoria del salentino era composta dal pasticcere amalfitano Sal de Riso, dal pasticcere bolognese Gino Fabbri, dalla food blogger Chiara Maci. Presidente di giuria è stato il pasticcere bresciano Iginio Massari, secondo il Gambero Rosso dal 2011 al 2015, miglior pasticcere italiano e per ben due volte allenatore della Nazionale Italiana Pasticceri alla Coppa del Mondo di Pasticceria.
Ecco la classifica completa. Categoria Panettone Tradizionale: Giuseppe Zippo - Pasticceria Le Mille Voglie di Specchia (LE),  Fabio Luigi Gotti - Bontà del Grano di Scanzorosciate (BG), Elio Mattiauda - Dolce Idea di Boves (CN), Giuseppe Bonadei - Il Fornaio Bonadei di Clusone (BG), Claudio Rancan – Forno Bianco di Arzignano (VI). Per la Categoria Panettone Creativo, Giovanni Bertolini – Casa del Dolce di San Bonifacio (VR)

Per tutto il prossimo mese di ottobre, Giuseppe Zippo e i 24 finalisti esporranno nel Temporary Shop Panettone Day, un vero e proprio negozio arredato a tema Panettone.

Cantine aperte in vendemmia

Continua fino al 30 ottobre Cantine Aperte in Vendemmia: dopo Umbria e Abruzzo, l’evento del Movimento Turismo Vino prosegue in 11 regioni d’Italia dove si può partecipare alla vendemmia con i produttori e riscoprire l’antica tradizione della raccolta e della pigiatura dell’uva.
Dal Trentino Alto Adige (30 settembre-2 ottobre) alla Sicilia (ottobre), passando per la Sardegna (25 settembre) e la Campania (fino al 30 ottobre), le cantine MTV sono pronte ad accogliere i visitatori con un programma ricco di degustazioni e attività in vigna. Non mancheranno le iniziative dedicate ai baby-vendemmiatori in Lombardia (‘Cantine Aperte Junior’ - 18, 25 settembre e 2 ottobre), Emilia Romagna (18 settembre), Veneto (fino al 29 settembre) e Piemonte (fino al 16 ottobre). In Toscana (17-18 settembre) spazio a visite in antiche cantine medievali, trekking tra i vigneti e pranzo dei vendemmiatori. Domenica 25 settembre sarà la volta del Lazio, dove si potrà scegliere tra pranzi con il vignaiolo, assaggi di prodotti tipici e tour nell’area archeologica e patrimonio Unesco “La Banditaccia” (Cerveteri - RM), e della Puglia con mostre in bottaia, minicorsi di degustazione e abbinamenti cibo-vino. Dal 30 settembre al 2 ottobre in Trentino-Alto Adige si potranno assaggiare vini nella cantina più alta d’Europa (Meltina-BZ) o partecipare l’1 ottobre alle degustazioni di mosti seguite da una lezione astronomica in notturna e da una colazione in vigna la mattina successiva a Pressano di Lavis (TN).
Prosegue inoltre “MTV per Amatrice”, la raccolta fondi promossa dal Movimento Turismo Vino a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia. Fino a Cantine Aperte 2017 (maggio), parte del ricavato delle degustazioni sarà devoluto in favore del Comune di Amatrice.