ALTOMONTE PROTAGONISTA PUNTA IL DITO SULLA RECENTE INIZIATIVA ARTISTICA: “MESSAGGI DISTORTI QUELLI DELLA RASSEGNA DEI GIOVANI VISUAL DESIGNER DAL TITOLO <VUOTO>. AMMINISTRAZIONE SENZA UN INDIRIZZO SULLE ARTI VISIVE. ALTOMONTE NON E’ UTOPIA”
ALTOMONTE 12.09.2020 – A distanza di poco più di un mese
dalla riapertura del Museo Civico e dall’installazione del “fantasmagorico”
cannocchiale esperenziale in piazza Tommaso Campanella, emblema del fallimento
della gestione culturale e turistica dell’Amministrazione comunale a guida del
sindaco Giampietro Coppola , dell’assessore alla Cultura Elvira Berlingieri e dell’assessore
al Turismo Mario Pancaro, il focus delle Arti visive del Festival
Euromediterraneo diventa una rassegna di
giovani visual designer intitolata “Vuoto, utopia euromediterranea”. E' quanto si legge in un comunicato stampa del movimento AP Altomonte Protagonista.
Quest’anno - continua il comunicato - la programmazione delle attività del Festival
Euromediterraneo previste in questo mese di settembre e anticipate da un
cartellone parallelo, denominato Summer Contest, vede l’apertura con il
progetto curato e coordinato da un giovane illustratore originario di
Altomonte, e realizzato da altri 15
giovani tra cui visual designer, grafici e foto-video makers, impegnati nella
produzioni di 10 pannelli dislocati nel centro storico.
Vogliamo ricordare che Altomonte, “isola d’arte del 300 Toscano
in Calabria”, vanta una collezione di arte sacra di indubbia valenza: la tavola
di Simone Martini, il San Ladislao d’Ungheria e il dittico di Bernardo Daddi
costituiscono dei pezzi pregiati risalenti al Medioevo a cui si affiancano
opere come la Madonna delle Pere attribuita a Paolo di Ciacio, allievo di
Antonello da Messina. Ciò a testimonianza dell’enorme potenziale artistico che
il Museo esprime e a cui nel corso degli anni il Festival ha destinato una
sezione importante, aprendo le porte anche all’Arte contemporanea.
“Oggi, più che in altri momenti storici – ha dichiarato
Tommaso Caporale, membro del movimento Altomonte protagonista – non bisogna
distogliere l’attenzione da quello che abbiamo e soprattutto da quello che ci
contraddistingue come patrimonio culturale. L’identità e la tradizione hanno un
valore fondamentale tra gli elementi attrattori del territorio – ha continuato
Caporale – nulla deve essere lasciato al caso. Pensare al “Vuoto” nel nostro
centro storico è un concetto sbagliato. Abbiamo tanto da valorizzare e non
bisogna dare messaggi devianti. Il nostro borgo è “Pieno” di espressioni
artistiche millenarie tra architetture ed opere. Occorre solo guardarle in
maniera diversa e non spostare l’obiettivo verso una visione utopica. Tommaso
Moro nel suo racconto dal titolo Utopia (1516) aveva un desiderio di
rinnovamento che riguardava il mondo sociale e le istituzioni dell’epoca in
Inghilterra e si servì dello strumento del paragone con un’altra città per
mettere in rilievo i difetti della propria. Vuoto e Utopia non sono termini che
rappresentano una visione prospettica
verso il futuro.
E pensando alla modernità e a nuove forme espressive di cui il sindaco Coppola si vanta in questa occasione per aver dato spazio ai giovani designer, ci viene in mente la sezione arti visive del 2009, ben 11 anni fa, curata dall’artista Gianfranco Grosso, sempre originario di Altomonte (oggi vive e opera a Roma), quando furono coinvolti artisti nazionali ed internazionali riconosciuti dalla critica e dalle istituzioni del mondo dell’Arte, con una retrospettiva dell’artista italo-americano Paul Russotto (che donò poi anche un opera alla comunità altomontese) dal titolo “Tra New York e l’Italia La pratica della Pittura” a cura del noto cronista d’arte americano Alan Jones. Un percorso continuato nel 2010 con la rassegna “Contemporaneamente Arte, tra realtà e visioni”, tra cui il progetto “Cercasi immagine” curato ancora una volta da Jones, e le performance di video-art dell’artista Daniele Spanò che effettuò in anteprima per il Meridione d’Italia il primo mapping sulla Torre Normanna, con l’obiettivo di riavvicinare le persone allo spazio storico e riacquistare un rapporto di “pacifica” convivenza con il territorio tramite una riflessione intima. E’ quella la strada delle contemporaneità che ci piacerebbe vedere perseguire, dove i contatti hanno realmente il vero valore aggiunto per continuare a valorizzare ciò che è l’esistente”.
Abbiamo sentito a proposito - conclude il comunicato - anche l’artista Gianfranco
Grosso che ha dichiarato: “Attraverso una conferenza organizzata da Altomonte
protagonista, già nel mese di marzo 2019, a cui prese parte il critico curatore
Piero Gagliardi, avevamo avanzato una formula progettuale rivolta ai futuri
amministratori per poter valorizzare e sviluppare al meglio il nostro
patrimonio artistico culturale. E’ deludente vedere come la percezione dell’Arte
sia così tanto impoverita e relegata ad un solo momento ricreativo e di
entusiasmo comunicativo. La contemporaneità può esistere e svilupparsi solo quando
vi è la conoscenza e la consapevolezza del percorso della Storia dell’Arte
moderna e antica. Nessun indirizzo in questo senso è stato avviato. Per il
momento ahimè – ha concluso l’artista Grosso – godiamoci le Stelle dal
cannocchiale attraverso percorsi emozionali e riflettiamo sull’Utopia…del nulla
che ci circonda. Adriano Olivetti definì l’Utopia la maniera più comoda per
liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. E Altomonte
non è e non deve essere Utopia”.





